COME CONTABILIZZARE LE DONAZIONI
LE REGOLE DETTATE DAL CONSIGLIO NAZIONALE DEI RAGIONIERI ED ECONOMISTI D'IMPRESA NEL CASO DEGLI ENTI NO PROFIT
di Giampaolo ConcariDonazioni, legati ed altre liberalità. Per gli enti non profit sono un elemento importante dei loro bilanci. Dal Consiglio Nazionale dei Ragionieri ed Economisti d’Impresa arrivano alcune indicazioni su come rilevare, valutare e contabilizzare questi fenomeni.
 Per prima cosa un po’ di chiarezza! Si usa  sempre il termine “donazione” per indicare il fenomeno, è vero, ma ad  essere precisi (e tecnicamente corretti) dovremmo parlare di 
donazioni, 
legati 
ed 
altre erogazioni liberali. Per il nostro codice  civile la differenza è notevole. Ma per brevità qui continueremo a definirle  “donazioni”.
   
Nei bilanci degli e.n.p. (enti no profit ) la voce relativa alle donazioni assume una rilevanza particolare perché, a differenza delle imprese profit, esse rappresentano spesso un’attività specifica dell’ente.
  Mi spiego meglio. Un’impresa basa la sua attività su scambi: produce e/o  vende beni o servizi contro denaro. Sosterrà perciò costi relativi  all’acquisto dei fattori produttivi e otterrà ricavi dal processo di  vendita. Si può affermare che esiste una chiara correlazione tra i costi e i  ricavi (l’uno sono funzione dell’altro). 
 Raramente un’impresa riceve una donazione e se ciò accade si tratta di un  evento straordinario, tale da costituire una 
sopravvenienza.   
 Un e.n.p. non sempre ha un’attività di  scambio, soprattutto se si tratta 
dell’attività istituzionale.
 Si  pensi per esempio ad un’associazione di volontariato che svolge un’attività  assistenziale in modo completamente gratuito.
 In questo caso per potersi sostenere l’e.n.p. deve organizzare delle  operazioni di raccolta fondi che, al contrario delle imprese 
profit,  sono destinate a generare 
proventi di natura ordinaria
 e non  operazioni straordinaria.
 Negli e.n.p. si ha perciò una diversa concezione 
dell’evento donazione
  e perciò occorre un approccio contabile differente. 
 
 Il Consiglio Nazionale dei Ragionieri ed Economisti d’Impresa, attraverso un  apposito gruppo di lavoro, ha perciò emanato una serie di raccomandazioni  con l’intento di fornire indicazioni specifiche agli operatori, affinché  siano seguiti comportamenti uniformi. Il 
   documento
 tiene conto di due 
 “filosofie”, diverse tra loro, che portano ad un trattamento differente  delle donazioni negli e.n.p.:
 
	
- 
 le donazioni ricevute si intendono 
acquisite a pieno titolo
 nella  sfera patrimoniale dell’e.n.p., quindi costituiscono risorse proprie dell’e.n.p.  e pertanto devono essere imputate al conto economico, salvo che le stesse  rappresentino un aumento permanente del patrimonio dell’e.n.p.. Gli oneri e  i proventi sono indicati nel conto economico per aree gestionali che  evidenziano le singole attività svolte dall’e.n.p.;
 
-  le donazioni ricevute costituiscono 
risorse destinate per gli scopi  specifici
 per i quali l’ente ne ha sollecitato la donazione e pertanto  vengono imputate allo stato patrimoniale dove vengono trattate come fondi di  terzi dei quali rendere conto in modo dettagliato; eventuali economie  realizzate nell’ambito della realizzazione degli scopi specifici, vengono  contabilizzate nel conto economico in qualità di proventi oppure restituite  al donatore, se così è previsto. Il conto economico accoglierà perciò  esclusivamente i proventi e gli oneri relativi alla struttura.
 
Il Gruppo di Lavoro enti non profit, partendo dal presupposto di una rendicontazione ad oneri e proventi basati sul principio della competenza economica, ha perciò sviluppato l’argomento fornendo indicazioni su:
- donazioni di denaro e contributi per il finanziamento di progetti
- donazioni di beni che non costituiscono immobilizzazioni
- donazioni di immobilizzazioni materiali ed immateriali
- donazioni di titoli e partecipazioni considerati immobilizzazioni o attivo circolante
- lavoro benevolo
- distacco temporaneo di personale dipendente
- contribuzioni di servizi.
Per ciascuna di queste situazioni viene fornita una definizione del fenomeno, il criterio di rilevazione dello stesso, le metodologie di valutazione e di contabilizzazione, i criteri di rappresentazione in bilancio e le informazioni che devono essere inserite nella nota integrativa e nella relazione sulla gestione.
Il documento fornisce anche indicazioni circa il modo di evidenziare in bilancio i vincoli a cui le donazioni possono essere sottoposte.
In alcuni casi sono stati introdotti elementi di novità, come il caso del lavoro benevolo mentre in altri sono stati adattati o recepiti i contenuti dei principi contabili utilizzati per le imprese profit.
 








